Il mondo sarà salvato dalle menti bipolari
Tanti validi artisti bipolari sono morti suicidi e tante altre menti bipolari sono state primordiali nell’arte, nella politica, negli affari e in altri campi. Molte opere di Caravaggio rimasero incompiute a causa della sua psicosi, Van Gogh si amputò un orecchio per via del suo autoritratto e la poetessa statunitense Sylvia Plath mise fine alla sua vita infilando la testa dentro un forno a gas. Il confine tra estro creativo e follia appare spesso molto labile. Fa però uno strano effetto pensare che negli anni bui dell’ultimo conflitto mondiale, l’intera umanità fosse affidata alle mani di cinque capi di stato più o meno bipolari ovvero affetti da una delle tante variazioni sul tema della sindrome maniaco depressiva: Churchill, Mussolini, Hitler, Stalin, Franklin Roosevelt. E in altri campi anche Napoleone, Rossini, Caravaggio, Van Gogh, Byron, Shelley, Michelangelo, Schumann. Tanti sono morti suicidi. E’ stato provato che in una mente bipolare la sofferenza del vivere e la perdita di ogni speranza, rendono l’idea della morte una prospettiva di liberazione.
E’ una malattia sacra dice Emil Kraeplin che, nel 1899, aveva per primo evidenziato la doppiezza di questo disturbo dell’umore, inglobando nell’unica definizione di sindrome maniaco depressiva, quella mania e quella malinconia che per secoli erano state considerate espressioni di due patologie differenti. Il bipolare può entrare in un negozio per comperare uno spillo e uscirne avendo speso migliaia di euro in cose futili, d’altra parte avere deliri, voci e non muoversi dal letto per settimane. Basta un clic per sprofondare verso il nulla e un altro clic perchè tutto torni a funzionare o quantomeno a girare. Una morale? Forse non tanto farci sapere quanto possa essere terapeutico il litio, quanto piuttosto aiutarci a fare in modo che nessuno debba mai più provare vergogna perchè il suo cervello si è messo a correre all’impazzata. D’altra parte chi avrebbe mai avuto il coraggio di rimproverare a Lincoln, Rossini o Schumann di essere menti bipolari? (Corriere della sera, il mondo salvato dalle menti bipolari di Stefano Bucci).
Ricordiamo alcuni grandi artisti che erano maniaco-depressivi: Ashile Gorky, Edvard Munch, Vincent van Gogh, Nicolas de Stael (chiamato il principe folgorato), Ludwig Kirchner, Mark Rothko, Paul Gauguin. L’esito della loro malattia è stato spesso il suicidio. Il carattere familiare di questa malattia è dimostrato dal fatto che, nelle famiglie, spesso più persone sono colpite con forme diverse.