Gaston Chaissac
Gaston Chaissac, nasce il 13 agosto 1910 da genitori corinzi. La separazione dei suoi genitori l’ho tocca molto, la scuola non gli conviene, la sua salute è precaria. Come per rappresentare questi elementi lui disegna spesso corpi atrofizzati, visi lunghi e sofferenti.
All’età di 13 anni lascia la scuola, poi sua madre muore, sua sorella lascia la casa e lui ci metterà molto tempo a rimettersi. Nel 1934 tenta di stabilirsi a Parigi. Il suo amico pittore Otto Freundlich non smetterà mai di incoraggiarlo a dipingere. Nel 1937 si ammala di tubercolosi e continua a dipingere anche nel sanatorio. Nel 1938 fa la sua prima esposizione personale a Parigi, si sposa e fa altre importanti mostre personali che colpiscono l’attenzione di Jean Paulhan. Passa nel ’48 un periodo nel quale si isola, si sente respinto dagli abitanti del quartiere e la sua creatività ne risente. Solo nel 1961, Chaissac esce dal suo isolamento riceve visite, lega con artisti importanti. Improvvisamente Germania, Italia, Stati Uniti s’interessano a lui ma purtroppo è tardi, Chaissac muore di embolia polmonare nel 1964.
Le sue relazioni con Dubuffet erano tumultuose ma anche molto sintomatiche dell’evoluzione e della storia dell’Art Brut. Chaissac è ben integrato nella collezione di Dubuffet ed espone con gli altri artisti dell’Art Brut nel 1948. Ma nel 1963 quando nasce la seconda compagnia de l’Art Brut, quando tutta la collezione torna dagli Stati Uniti, Dubuffet decide di rivedere le fondamenta ideologiche che definiscono l’Art Brut. Nasce una collezione annessa nella quale mette Chaissac. Egli invece di fare arte, faceva l’artista. Era troppo informato su quello che facevano gli altri artisti europei. Era conosciuto nel mondo intero ed era soggetto alle varie influenze dell’arte moderna. Cercava di imitare Picasso. “Il silenzio e il secreto sono le fondamenta principi essenziali alla vera produzione artistica”, I’artista autodidatta opera per il suo proprio uso e piacere senza aspirazioni alla comunicazione, ne alla diffusione dei suoi lavori. Dubuffet insiste sulla contraddizione esistente tra la produzione dell’arte e il riconoscimento sociale. Ritira Chaissac dell’Art Brut e lo colloca nelle produzioni delle collezioni annesse. Le sue opere rimangono di grande interesse e sono testimoni della nascita di tali nuovi criteri per definire l’Art Brut.